Cambio di modulo per la Juve?

Nella partita contro il Crotone Allegri ha provato uno schieramento inedito, un 3-4-3 con Dybala e Douglas Costa come trequartisti dietro a Mandzukic e Lichtsteiner e Alex Sandro trasformati in ali. La Juve ha avuto facilmente ragione dei calabresi (nella ripresa soprattutto, nel primo tempo ha un po' faticato) ma ciò non è dovuto al cambio di modulo. Sebbene se ne parli molto sui giornali, il problema dei bianconeri non è tattico. 
Per come è costruita la rosa necessariamente qualche giocatore deve essere impiegato fuori ruolo. Con l'attacco a 3 come si è visto nell'ultima partita Douglas Costa e Dybala devono sacrificarsi in una posizione non loro e bisogna rinunciare a uno tra Higuain e Mandzukic (in questo caso l'argentino). In un 4-3-3 "largo" l'esterno brasiliano e un altro dello stesso ruolo come Cuadrado si integrerebbero alla perfezione; ma poi ci sarebbe il problema di Dybala che non troverebbe spazio, e ancora una volta bisognerebbe rinunciare a una delle due punte. Se si ricorresse a un 4-4-2 o un 4-4-1-1 (modulo che comunque Allegri mostra di non gradire) ci sarebbe spazio per tutti gli esterni con la Joya dietro al Pipita, ma ancora una volta si dovrebbe relegare in panchina il croato.
Il 4-2-3-1 è stato il compromesso escogitato da Allegri per poter schierare in campo tutti, o quasi tutti, i suoi uomini migliori contemporaneamente, anche se alcuni hanno dovuto comunque adattarsi a un ruolo diverso da quello "naturale", in particolare Mandzukic (con ottimi risultati, tra l'altro). E finora non si può dire che non abbia funzionato, visto che è valso uno scudetto e una finale di Champions. 
Il problema della Juve non è il modulo. Nel calcio ci sono altri fattori che hanno un'incidenza maggiore. Tra questi, la qualità dei giocatori - e questa non si può dire che non ci sia - ma anche la loro condizione particolare in un dato momento, ovvero un combinato di forma fisica e psicologica, ed è questo che manca ai bianconeri attualmente. La condizione atletica migliore, come l'anno scorso, verrà raggiunta nella seconda parte della stagione. 
Resta però un problema mentale, sul quale l'allenatore può intervenire in modo decisivo. Ma di questo ce ne siamo già occupati.

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