Italia-Macedonia. Analisi e pagelle

"L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare!" per dirla come il grande ciclista Gino Bartali. Non ci sono parole migliori per riassumere l'Italia che ha giocato ieri sera contro la Macedonia. Sapevamo che questa non è una delle migliori nazionali mai viste e contro la Spagna, che può permettersi di tenere in panchina Morata, si può perdere, anche 3-0: ma certo contro una squadra mediocre ci si attendeva qualcosa di meglio, soprattutto dopo la brutta prestazione con Israele, altro avversario non certo irresistibile.
Ventura decide di schierare un 3-4-3, altro esperimento (e non si capisce quanto questi esperimenti, alle soglie del Mondiale, dovranno ancora durare) anche questa volta fallimentare. Ripropone la BBC, che però sembra lontana dai fasti del passato. A centrocampo Gagliardini e Parolo e come esterni Darmian e Zappacosta, mentre in attacco Insigne e Verdi a fare da mezzali dietro Immobile.
Qualche lampo nel primo tempo grazie a un paio di iniziative di Insigne, una delle quali ha portato al gol di Chiellini; poi però nient'altro. Sarebbe difficile riassumere una partita con un gioco praticamente inesistente, fatto salvo per uno sterile palleggio a metà campo e sempre in orizzontale, senza idee e senza pretese, con la Macedonia tutta dietro la linea della palla a difendersi. 
Sembra impossibile, ma il secondo tempo è anche peggiore del primo: se nella prima parte della gara c'era stato qualche raro sprazzo di calcio, nella ripresa anche questo viene del tutto a mancare e gli azzurri non solo non riescono a creare pericolo per la porta avversaria, ma fanno fatica anche solo a superare la tre quarti di campo. Diverse palle perse in difesa da Bonucci, che conferma il suo pessimo momento, rischiando di regalare il gol alla squadra di Pandev; che comunque arriva lo stesso, sempre per un errore difensivo: segna Tričkovski, attaccante che gioca a Cipro. Parlare di beffa non sarebbe ingeneroso verso la Macedonia, che ha tirato una sola volta in porta, ma sicuramente sarebbe troppo generoso per l'Italia, che non meritava la vittoria, soprattutto considerando la differente ambizione delle due nazionali.
Discutibili le scelte del CT: troppi giocatori che fanno la riserva nei rispettivi club: Darmian, Zappacosta, Gagliardini. Quest'ultimo non può reggere il centrocampo da solo con Parolo. Perché far giocare Barzagli trentaseienne, che nella Juve non gioca mai tutta la partita (e che infatti ha disputato solo un tempo) e un Bonucci che non attraversa certo il suo migliore periodo di forma? Le alternative non mancano: Caldara e Romagnoli in particolare. Perché non convocare Florenzi, che può giocare sia come centrale che come esterno? Ma soprattutto, perché convocare Gabbiadini e lasciare all'Under 21 uno dei talenti più promettenti del calcio italiano come Federico Chiesa?
Ma a parte gli uomini in campo, lo stesso Ventura sembrava lo specchio della sua squadra, quasi rassegnato: la grinta di Conte, capace di motivare al massimo i suoi nelle situazioni più dure, è solo un lontano ricordo.
La squadra azzurra è già seconda nel girone, ma la qualificazione per lo spareggio non è ancora matematicamente certa. Soprattutto occorrerà vincere in Albania per evitare di imbattersi in avversari temibili come la Croazia o il Portogallo. Ma per l'Italia vista ieri anche la nazionale allenata da Panucci potrebbe essere un ostacolo difficile da superare.



Pagelle:

Buffon 6. Poco impegnato. Incolpevole sul gol di Tričkovski.

Chiellini 6.5. Senz'altro il migliore dei suoi, preciso negli interventi, si improvvisa attaccante e segna al posto di Immobile e Insigne.

Bonucci 4. Il trasferimento al Milan finora non gli ha certo giovato. Il difensore dello scorso anno sembra un vago ricordo.

Barzagli: 6. Gioca un buon primo tempo, ma ha la sua età e non resiste 90 minuti.

Darmian: 4.5. Non va mai sul fondo a cercare il cross, inesistente su quella fascia.

Zappacosta: 5.5. Un buon inizio, si propone, è dinamico, poi però si spegne come tutti gli altri.

Gagliardini: 4.5. Siamo sicuri che sia un giocatore da nazionale?

Parolo: 4.5. No, non è il Parolo della Lazio, ma il suo gemello scarso.

Insigne: 6. Uno dei migliori, o uno dei meno peggiori. Qualche lampo, sbaglia un gol davanti al portiere. Da lui ci si aspetta di più.

Verdi: 5. Difficile che un esordiente (la prima partita ufficiale con la nazionale) giochi bene quando i suoi compagni più esperti giocano malissimo.

Immobile: 5. E solo perché ha servito l'assist per il gol di Chiellini.


Ventura: 4. Da un allenatore ci si aspetterebbe che motivi i suoi uomini. E invece lui sembrava il primo a essere demotivato.

Subentranti: Rugani 6, Bernardeschi 5, Cristante s.v.

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